martedì 1 marzo 2011

Le code di paglia della destra bruciano in Consiglio Comunale

Le code di paglia si sa, sono molto infiammabili e vanno soggette all’autocombustione. Ieri sera in Consiglio Comunale se n’è avuta la prova. Sono bastate due normali domande contenute in due OdG presentati dalla minoranza per fare scoppiare un incendio da chiamare i pompieri.
I due OdG presentati dai capigruppo del PD, Marco Coloretti, e di RC-PdCI, Mauro Anelli, non sembravano proprio contenere benzina o altre sostanze infiammabili; il primo si limitava a chiedere, a pochi giorni dalla scadenza, quali iniziative aveva in animo di realizzare l’amministrazione per festeggiare l’Unità d’Italia; il secondo chiedeva come stava operando l’amministrazione per costituire il nuovo organismo di gestione del Centro Falcone e Borsellino, (chiuso d’autorità dal Sindaco il 3 gennaio) e quando questa pensava di poterlo riaprire per andare incontro alle esigenze degli anziani.
Due domande perfettamente lecite che sono state però accolte da Alparone e dei suoi seguaci come una provocazione e bollate di “lesa maestà” con parole e toni assurdi e inaccettabili, quasi fossero gravemente offensive. Nel primo caso il sindaco ha accusato la minoranza di essere “comunista” e di amare più la bandiera rossa che il tricolore, ma soprattutto di non avere fatto proposte scambiando così, come ama fare spesso, le parti del normale confronto democratico; perché, come tutti sanno, è chi amministra che deve “fare” e non l’opposizione, che ha invece il compito di “controllare”.
Nel complesso una penosa esibizione di arroganza, maleducazione, cialtroneria, come sempre. Il tutto per coprire di berci e parole vuote il quasi niente che questa giunta ha partorito finora sui due punti. Per celebrare l’Unità d’Italia si farà, è stato risposto, un fantomatico convegno il 17 marzo affidato a non si sa chi, un’iniziativa con l’Istituto Gadda il 19 marzo, una mostra di quotidiani dal 7 marzo alla Tilane. Nel secondo caso, la domanda sul futuro del Centro Falcone e Borsellino è stato il capogruppo del PdL a respingere l’OdG in modo inqualificabile accusando Anelli di essere in malafede e di avere presentato il suo atto con intento provocatorio.

Alla domanda aveva inizialmente risposto l’assessore Ghioni, dicendo: ”stiamo lavorando e lo riapriremo in tempi subitanei”. Ad Anelli che gli chiedeva più informazioni dal momento che sui giornali Ghioni aveva parlato di una imminente proposta di gestione avanzata dalle associazioni ARCI e Libera, ha risposto in modo insopportabilmente arrogante Maurizio Rimoldi. Egli ha negato al capogruppo il diritto di fare domande che mettevano in dubbio l’operato della giunta, a suo dire impegnata giorno e notte per risolvere il difficilissimo problema, e lo accusava di voler restituire il Centro nelle mani di chi lo aveva fatto chiudere.
Il sindaco a questo punto è intervenuto, per spiegare la sua posizione: il Centro non si potrà aprire fino a quando qualcuno non gli proporrà una soluzione accettabile che garantisca all’amministrazione il buon funzionamento della struttura. Ha condito questa dichiarazione con le solite bugie, cioè che non è lui ad avere chiuso il Centro, ma è stata la Commissione consiliare ad averlo chiesto dopo aver verificato le irregolarità della gestione (una porta spostata, un paio di scontrini mancanti, una friggitrice acquistata senza permesso, ecc). Cosa assolutamente falsa perché la Commissione nelle sue conclusioni non ha mai chiesto ad Alparone di “chiudere il Centro”. Questa è stata una decisione sua.
L’unica verità che il sindaco ha ammesso è che egli non ha ancora trovato una soluzione e sente il fiato sul collo degli 800 anziani che utilizzavano il Centro fino a due mesi fa e non capiscono il motivo della chiusura prolungata. Quello che però non può ammettere è che lui non riesce a trovare 15 volontari disposti a lavorare gratuitamente tutti i giorni per tenere aperta una struttura di questa importanza. Attività che invece i soci della disciolta associazione Falcone e Borsellino avevano assicurato per oltre un anno e si dicono disposti ad assicurare di nuovo. Insomma Alparone chiede ancora una volta, con un linguaggio e un tono sbagliato, all’opposizione di togliergli le castagne dal fuoco, facendo quello che lui non sa fare e salvandogli la faccia con una “soluzione condivisa”.
Il Piano degli Orari (che merita un'analisi approfondita) è stato approvato dall'assemblea all'unanimità. L’ultimo punto della seduta, la richiesta di allungare di un mese i lavori della Commissione consiliare di controllo, invece ha incassato la dichiarazione di voto contraria del PD che ha ribadito la sua posizione con l'intervento di Umberto Zilioli: la Commissione consiliare ha esaurito il suo compito che era quello di controllare la correttezza degli atti amministrativi - ha detto Zilioli. Non può continuare a riunirsi trasformandosi in Commissione di “inchiesta” perché ciò esula dal suo mandato. Pertanto il gruppo ha votato contro la richiesta che è stata approvata con i soli voti della maggioranza e dell’IdV.

1 commento:

Anna ha detto...

L'Amministrazione comunale sta cambiando le normative che regoleranno il funzionamento dei Centri Sociali. Penso pertanto che il Centro Falcone e Borsellino riaprirà solo al termine di questi lavori. Potrebbe essere fine marzo, aprile, maggio. Chissa!
Non mi sommermo sull'arroganza e la prepotenza del sindaco e della giunta altrimenti mi ritorna il mal di stomaco.
Che sfacciataggine ha avuto Alparone quando si è rivolto al banco dell'opposizione dicendo che la loro unica bandiera era quella rossa del partito comunista. Ma come si fa a paragonare una bandiera di partito alla bandiera nazionale? Il nostro bel sindaco si dimentica comunque che quella bandiera rossa è stata fra quelle che hanno contribuito nel '45 a liberarci dai nazifascisti e, piaccia o non piaccia,successivamente ha contributo con le altre forze politiche alla rinascita della nostra nazione martoriata dalla guerra. La nostra Costituzione è stata firmata anche da chi portava la bandiera rossa.
W l'Unità d'Italia che si festeggia il 17 marzo e non il 19.
Anna