sabato 2 agosto 2014

"Il Museo immaginato" di Philippe Daverio

Da tanto tempo volevo dedicare un commento e un invito a leggere il libro di Philippe Daverio, critico d'arte, giornalista, ideatore e conduttore della famosa trasmissione televisiva (in passato su Rai3, oggi su Rai 5) "Passepartout": "il Museo immaginato". 
Lo faccio oggi, alla vigilia delle vacanze come invito a staccare dalle miserie del quotidiano e sollevarsi con un colpo d'ala per ammirare un mondo che ci apppartiene, ma che noi trascuriamo e spesso ignoriamo.
Si tratta di un libro fantastico nel quale l'autore immagina di costruire il suo museo ideale in una casa ideale che ha giustamente l'aspetto di una classica villa patrizia composta da un seminterrato, un pianoterra, un primo piano e un piano alto. Il museo che dAverio vi realizza ospita in fondo al giardino della villa anche la chiesa come ce ne sono in tutte le dimore nobiliari.
207 opere di autori che vanno da Leonardo Da Vinci, Antonello da Messina, Pietro di Cosimo, Caravaggio, Raffaello, Giotto, Carracci, Pietro Longhi, Artemisia Gentileschi, Arcimboldo, fino all'Anonimo de "La città Ideale". E i quadri che provengono da 87 musei e 14 collezioni private, nella casa sono dappertutto, dalla cantina, alle cucine, alle camere da letto, alle anticamere, in 12 ambienti diversi e assolutamente quotidiani. Perché vivere con l'arte, immersi nell'arte è la nostra storia di italiani.
L'autore è consapevole che la sua raccolta di "immagini commentate", un tempo, per essere ammirata, avrebbe avuto bisogno di un lettore esperto, colto, padrone di una ricca biblioteca, ma oggi questo non è più necessario. Grazie a internet infatti è possibile a chiunque rintracciare la storia di queste immagini e trovare velocemente e con facilità altre connessioni.
Nato nel 1949 in Alsazia, ma da una storica famiglia milanese, DAverio ha preso fisicamente in mano il suo primo quadro (un Guardi) a 26 anni. Attualmente è ordinario di Architettura a Palermo e professore incaricato al Politecnico di Milano.
Il suo libro però non è soltanto la proposta di una eccezionale collezione privata virtuale, descritta meravigliosamente con un linguaggio inimitabile, ma è anche un'autobiografia, la storia di un'educazione artistica e di un percorso personale, culturale e professionale che non a caso inizia con il titolo: "Come si guarda un quadro: lo si guarda a lungo". 
Un quadro insomma non lo si guarda passandogli d'avanti. Bisogna fermarsi e dedicargli del tempo, scoprire ad esempio la ragione di quel cagnolino che ritrovi dappertutto, a spasso sulla Riva degli Schiavoni dipinta dal Canaletto o addormentato sul letto della Venere di Ubino di Tiziano.
Buone vacanze e cerchiamo,  sollecitati da questo straordinario intellettuale, di far volare la nostra mente, almeno per qualche giorno.

Il Museo Immaginario
Philippe Daverio
Rizzoli Vintage

352 pagine, 19 euro

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